Articolo tratto dal mensile di auto d'epoca "La manovella"
Buona lettura.
Storia del caccia Macchi MC 200, capostipite di una serie di aerei da combattimento italiani - In grado di rivaleggiare con i velivoli degli Alleati grazie alle sue eccezionali doti di robustezza emaneggevolezza
Di Oscar Capellano
Saetta, questo il nome che fu attribuito al una micidiale arma, il caccia intercettore Macchi MC 200, considerato agli inizi del secondo conflitto mondiale il migliore caccia italiano.
Ad essere sinceri era piu' noto come "il gobbo", per via del rialzo della fusoliera verso l'ebitacolo, per favorire la visibilita' senza fravare troppo sull'aerodinamica, come dimostrato dal prototipo MC 201, non gradito dal progettista, l'ing. Mario Castoldi, che anche escludendo il rialzo, nono ottenne significativi miglioramenti delle prestazioni.
Ricordiamo che i "gobbi" nell'Aeronautica Italiana erano due: il secondo era il celeberrimo Savoia Marchetti S 79, la cui carriera di temutissimo aerosilurante e' ben nota.
Spendiamo qualche parola sul progettista della Macchi, il gia' citato ing.Mario Castoldi, che tra i numerosi ottimi aerei realizzo' il progetto dell'idro-corsa MC 72, il qule, preparato per la Coppa Schneider del 1931 - celebre gara internazionale di velocita' - non vi prese parte per difficolta' di messa a punto. Poco tempo dopo, pero', si riscatto' stabilendo il record mondiale di velocita' per tale categoria, pilotato da Francesco Agello. Un record tutt'ora imbattuto: 709,9 mk/h.
Ma torniamo al nostro MC 200, il primo della triade, seguito dal MC 202 e dal MC 205, sempre di Castaldi, dal 1937 al 1943.
Negli anni trenta quando si parlava di caccia, ci si riferiva sopratutto agli agili biplani della Prima Guerra Mondiale, indicati per il combattimento manovrato e a distanza ravvicinata. Alla Guerra di Spagnasi presento' pero' un nuovo elemento: un monoplano ad ala bassa a sbalzo e carrello retrattile, ovviamente piu' aerodinamico e veloce, il russo I 16 Rata che, malgrado i problemi derivanti da un sistema di pilotaggio nuovo e poco chiaro, fu oggetto di interesse da parte dei belligeranti.
In concomitanza comparve il ben piu' evoluto prototipo del tedesco Messerscmidt 109, che divenne celebre per il suo utilizzo nel secondo conflitto mondiale e in Inghilterra spiccava il volo, con caratteristiche consimili, l'Hawker Hurricane, mentre era in via di completamento il noto e molto veloce Supermarine Spitfire.
Tutto cio' conflui' in Italia, dove, nel 1937, fu indetto un concorso destinato ad un velivolo con caratteristiche analoghe, con la successiva presentazione del Fiat G 50, del Macchi MC 200 e successivamente del Reggiane Re 2000.
Tralasciando le vicissitudini dei vari prototipi a favore del protagonista della nostra storia: l'MC 200. Si trattava di una struttura robusta e leggera, interamente metallica, con ala a sbalzo e carrello retrattile a larga carreggiata, buona sicurezza in atterraggio, ipersostentatori - interessante, anche se costosa, la rivettatura annegata per una perfetta aerodinamicita' - motore Fiat A 74 RC 38 stellare a 14 cilindri a compressore centrifugo, carenatura Naca con le caratteristiche bugne copridistribuzione, radiatore dell'olio nel bordo copridistribuzione, radiatore dell'olio nel bordo anteriore della stessa carenatura.
Elica con giri costanti e passo variabile in volo - per gli automobilisti, fate conto che tale passo variabile fosse una specie di cambio di velocita'.
La sua suddetta robusta costruzione permise di raggiungere, in picchiata e senza reali problemi, gli 800 km/h. Il primo volo del prototipi risale al dicembre 1937.
Va aggiunto che offriva ottime caratteristiche di volo, grande maneggevolezza, tanto da offrirgli in ruolo operativo, malgrado la modesta potenza motore e la lieve differenza di velocita', buone possibilita' nei confronti dei numerosi Hurricane inglesi e dei Curtis P 40 americani.
Torniamo ora al motore stellare, richiesto dal concorso: e' un peccato che, per ragioni di leggerezza e di sicurezza del raffreddamento ad aria, non si sia percorsa la strada dei motori lineari e raffreddati a liquido, come gli altri belligeranti, oltretutto in considerazione dei precedenti motori in linea studiati e prodotti. Basti pensare al doppio lineare Fiat del MC 72 del record mondiale citato.
Per inciso, tale sviluppo poteva essere anche per i motori stellari raffreddati ad aria, date le potenze offerte dai motori giapponesi montati sul famoso Zero, dai motori BMW del Focke Wulf 190, dai Wright&Witney americani.
Ovviamente, oltre alla leggermente scarsa potenza del motore, 800 CV circa, il difetto principale era nella pericolosa autorotazione provocata dall'elica, inizialmente rimediata in modo parziale con l'allungamento di 170 mm dell'ala sinistra. L'effetto dell'autorotazione era l'abbassamento improvviso dell'ala, con le conseguenze che vi lascio immaginare, specia se vicini a terra.
Il difetto, causato dal distacco della vena fluida dal profilo alare, con improvvisa perdita di portanza, venne meglio combattuto modificando il bordo anteriore di attacco dell'ala con maggiore rotondita' e spessore di attacco dell'ala con maggiore rotondita' e spessore, anche se in teoria meno aerodinamico.
Seconda insufficenza, lo scarso armamento, costituito da due mitragliatrici Breda-SAFAT calibro 12.7, che sparavano attraverso il disco dell'elica con conseguente bassa velocita' di azione, contro le sei/otto mitragliatrici della maggior parte degli aerei belligeranti.
Il Macchi vantava un'abitacolo spazioso, ottima visibilita', decollo in breve spazio, abitacolo aperto o semi aperto, quest'ultimo vantaggioso nelle operazioni in Africa Settentrionale o in grecia, un po' meno in quelle in Russia.
A dimostrazione della perfezione progettuale e costruttiva della struttura dell'MC 200, e' da sottolineare nella sua evoluzione, dovuta alla continua richiesta di maggiori prestazioni in operazioni belliche, con la sostituzione del motore, prima con il DB 601, costruito su licenza dall'Alfa Romeo, sigla RA 1000 RC 41, potenza 1175 CV, diventando, con le opportune migliorie, il Macchi MC 202, in seguoti con il DB 605, costruito sempre su licenza Fiat sigla RA 1050 RC 58, potenza 1475 CV, diventando cosi' il superbo Macchi MC 205: il tutto senza modifica alla cellula base, con gli ovvi adattamenti necessari a supportare tali motori e relative potenze.
Il macchi MC 205 offriva notevoli prestazioni: velocita' di ben oltre i 600 km/h in quota e salita a 6000 mt. di altezza in 6'26''.
Con tutte le riserve sel caso, trattandosi di un lontano ricordo, risulta che, nel primo dopoguerra, tra i piloti alleati, sia stata lanciata l'idea di stabilire in modo del tutto informale, disponendo di aerei amici e nemici, qual'era stato il migliore caccia intercettore ad elica, ovviamente nel suo complesso di peculiarita' e prestazioni.
Ebbene, dopo lunghe considerazioni, i prescelti furono due, ex aequo: il celebre americano North American P 51 Mustang e, a sorpresa, l'Italiano Macchi MC 205 Veltro, l'uno costruito, a nostro avviso, con ampia disponibilita' di mezzi, l'altro da "un'Italietta" sempre a corto di materie prime e di soldi, ma in grado di stupire.
Spero che vi sia piaciuto questo articolo, a presto con altre notizie
La Saetta per la II Guerra Mondiale
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Interessante articolo.risulta che, nel primo dopoguerra, tra i piloti alleati, sia stata lanciata l'idea di stabilire in modo del tutto informale, disponendo di aerei amici e nemici, qual'era stato il migliore caccia intercettore ad elica, ovviamente nel suo complesso di peculiarita' e prestazioni.
Ebbene, dopo lunghe considerazioni, i prescelti furono due, ex aequo: il celebre americano North American P 51 Mustang e, a sorpresa, l'Italiano Macchi MC 205 Veltro, l'uno costruito, a nostro avviso, con ampia disponibilita' di mezzi, l'altro da "un'Italietta" sempre a corto di materie prime e di soldi, ma in grado di stupire.
Sulla parte che ho quotato qui sopra in realtà ho qualche riserva.
Innanzitutto bisognerebbe sapere a che periodo risalga questa osservazione, tanto per stabilire se possa considerarsi obiettiva oppure no.
In ogni caso, senza disporre di dati oggettivi, è difficile stabilire quale sia stato il "miglior caccia intercettore" della IIWW; anche perchè ad esempio si possono effettuare intercettazioni (di bombardieri) ad alta quota, e in tal caso sarà vincente il velivolo che giungerà in quota nel minor tempo possibile e che continuerà ad essere efficiente anche a quote molto alte, cosa che non era possibile per il Macchi mc205 ma lo era per il P-51........
Stabilire quale sia stato il miglior caccia intercettore della guerra è difficile, perchè ognuno di essi aveva un mix di vantaggi e svantaggi che lo avrebbero visto inferiore in determinate condizioni operative e avvantaggiato invece in altre.
SE però il criterio valido per stabilire il miglior caccia è quello del velivolo che per caratteristiche e per quantità costruite abbia consentito di vincere la guerra, allora il risultato è ovvio......
Ma poi penso anche che chi h pubblicato tale articolo volesse in qualche modo "esaltare" la provenienza italiana del velivolo e quindi rimarcare che "italiano è bello" ma non credo che dietro tale affermazione ci siano le dovute considerazioni tecniche, penso piuttosto che si siano riportate alcune voci di corridoio magari dette agli italiani da piloti alleati proprio sul finire del dopo guerra, quando il clima tra italiani ed alleati era di certo più "mite" che rispetto agli inizzi del conflitto.
Magari si possono trovare altri riferimenti a riguardo.
E restando in tema di MC-200 ho visto, in alcuni spaccato del P-108 che potva persino essere da questo avio-trasportato, due esemplari per velivolo, smontati ed inseriti nella fusoliera del quadrimotore italiano.
Qualcosa di davvero interessante.
Magari si possono trovare altri riferimenti a riguardo.
E restando in tema di MC-200 ho visto, in alcuni spaccato del P-108 che potva persino essere da questo avio-trasportato, due esemplari per velivolo, smontati ed inseriti nella fusoliera del quadrimotore italiano.
Qualcosa di davvero interessante.