Libro: I Falchi del deserto

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Moderatore: 72sq_SilVal

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Libro: I Falchi del deserto

Messaggio da 72sq_Popale »

Vagando per qualche interessantissimo forum (... ora non mi ricordo più quale sia e ne chiedo scusa) ho trovato una recensione di questo libro:

I FALCHI DEL DESERTO di Sergio Flaccomio ed.Longanesi

La frase del libro che l'autore della recensione aveva riportato colpendomi in pieno petto è la seguente:
Pensare che voliamo e combattiamo sempre in pochi, armati peggio, meno veloci e con un apparecchio del tipo più vecchio è ormai diventata un'amara e inutile ribellione; voliamo, combattiamo e crepiamo perchè dobbiamo farlo, perchè portiamo una divisa, perchè abbiamo prestato un giuramento e perchè siamo, tutti, uomini con la U maiuscola e fra i sentimenti degli uomini con la U maiuscola esiste l'onore, il dovere e la dignità che divengono più validi nei momenti impegnativi. Ma, in verità, senza le maiuscole siamo dei poveri nani.
Il libro non è più in commercio, io l'ho trovato usato su ebay.

E' anche pensando a questi uomini che quando entro in un server con degli aerei italiani la mia scelta ricade sempre su di loro, il piacere che mi da il volare con le NOSTRE insegne supera qualsiasi "killed in action" .
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Messaggio da 72sq_Rollo »

:yes:
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Messaggio da 72sq_Popale »

L'autore, Sergio Flaccomio, ebbe l'onore di portare in combattimento la 389° squadriglia del 50° Stormo Assalto su CR42
Vibra come una bestia, forse una bestia impaurita , ma va giù; premo il pulsante delle mitragliatrici che cominciano a vomitare e sgancio, poi comincio a richiamare continuando a mitragliare ma per qualche attimo non vedo più niente, vedo nero e mi sembra che il viso mi venga strappato dalla forza centrifuga. La cloche è dura a tirare come una vanga piantata nel terreno. Arresto per un attimo il mitragliamento per non surriscaldare le armi ed incepparle.Sono ormai a poche decine di metri e sorvolo una confusione di uomini, cannoni, mitragliere, camion, carri armati; riattacco le armi e le brucio fino all'esaurimento zigzagando raso terra fino a pochi metri.
Passo attraverso un mare di traccianti, credo che mi sparino addosso anche con le fionde, sassate a mano, magari sputi e la mia difesa è il l'attacco perchè con improvvise piccole cabrate e picchiate continuo a spare cercando così di chiudere la mira agli altri. Il motore è quasi in pieno e rugge, con la velocità della picchiata devo essere un fulmine ed in questa fase la velocità e la mobilità sono le mie armi di scampo. Credo di essere già in salvo, quasi fuori ormai della cerchia di fuoco e sto cabrando leggermente per prendere quota, quando uno scasso improvviso sotto l'aeroplano lo fa sobbalzare come sotto una frustata; l'ha avuta, sono colpito, un'ala è sforacchiata e sotto ci deve essere peggio.
prendo quota, riduco i giri, provo i comandi: rispondono, il motore va, non c'è fumo per ora; mi volto un momento indietro rapido,il mio primo gregario di destra, un maresciallo con i nervi d'acciaio, è li, mi segue e il suo compito è quello di non lasciarmi mai. La sua faccia tonda ammicca qualcosa che non capisco, intanto ho ripreso un po' di quota e mi volto.Capito: una bella scia biancastra mi segue come il pennacchio di una cometa ma è un brutto pennacchio, è carburante, ho il serbatoio colpito e di quel poco che mi resta ne perdo come una fontana.
Sono a duento chilometri nell'interno di un deserto, lontano dalle basi con l'aeroplano colpito e perdo carburante ma tutto mi sembra una sciocchezza, roba da ridere, non dico che tiro un sospiro di sollievo ma quasi. Sono arrivato intanto sui mille metri, il gregario mi è accanto e batto le ali per radunare la squadriglia. ho perso di vista il comandante di gruppo e non ho idea di dove sia andato a finire, dirigo verso il mare, verso casa. Se ci arrivo...
Nel frattempo faccio un cenno al gregario che va tutto bene, che ho visto la scia e che ho capito.Continuo a battere le ali e piano piano i superstiti si stanno raggruppando; dei miei ne mancano due, degli altri non so. Adesso penso a me: giri regolari, pressione temperature stabilità regolari, televel del carburante;misuro, pochino, dipende dalla perdita.Prendo ancora quota e di nuovo sui duemila metri accenno al gregario di chiamare il tenente anziano; semplice è il nostro linguaggio, muto, rapido ed efficace, due dita sulla fronte. Voglio il vicecomandante di squadriglia.Il maresciallo ha capito, si volta indietro, ripete il gesto e poi con il dito accenna a me; ormai di tale linguaggio siamo professori.
Il tenente abbandona il suo posto, si abbassa sotto la formazione e viene alla mia ala di sinistra. Controllo di nuovo il televel: è ancora sceso, perdo carburante, non ce la farò. Gli indico la mia scia, annuisce e poi con le due dita alzate e dondolate alla napoletana gli faccio capire che non ce la faccioe , puntando l'indice verso terra, che devo atterrare prima e chissà dove. Gli dico sempre a cenni, di prendere il mio posto e salire più in quota e riportare a casa quanto resta della formazione.
Ha capito e, mentre mi distacco, prende il mio posto, cabra, e gli altri lo seguono. Comincio a guardarmi di sotto per vedere come è il terreno. il solito deserto di sassi e cunette, c'è da smusarsi. Intanto continuo a tirare avanti. Ma con la coda dell'occhio vedo quel magnifico testone del maresciallo è li accanto. Gli segnalo di andare con gli altri; dice di no, insisto, continua a dire di no e so che è un no deciso.
......
Vorrei scrivervelo tutto....
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Messaggio da 72sq_Watch »

potresti copiarcelo :idea: :idea:
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Messaggio da 72sq_Popale »

Sul campo dopo aver ispezionato gli aeroplani e fatto un po verificare i motori e quant'altro occorra dopo una tempesta di sabbia, si presentano i complementi, un ufficiale e tre sottoufficiali giovani, tutti inesperti di guerra ed addestrati all'impiego particolare certamente in fretta. Il sottotenente è biondo con occhioni azzurri e capelli un po' lunghi e nel presentarsi arrossisce;è un pivello, si vede subito dal fazzolettone rosso al collo e la catenina con la Madonna di Loreto e il berretto bbianco bianco nuovo nuovo con il grado che luccica al sole.
Lo guardo con un misto di tenerezza ed un flusso di ricordidi quando anch'io mi presentai così al mio primo comandante di squadriglia. Deve essere un ragazzo per bene, latte e miele, dei tipi che non smoccolano non beveno non fumano. Gli stringo la mano e gli offro una sigaretta; esatto non fuma.
"Bene" , li dico, "vieni su. Ci sono da provare dei motori, vediamo un po' come te la cavi, faremo un voletto di ambientamento anche se c'è ancora un po' di ghibli, tu mi seguirai in ala destra e poi ancdiamo sul mare e spariamo qualche raffica sulla spiaggia sempre in contatto."
Gli brillano gli occhi e sorride contento;è un pivello e come tale ha la passione e la sete del volo, importanti per un pilota.
A terra una pecorella smarrita con gli occhioni azzurri ed i riccioli biondi; in aria, il ragazzo è bravissimo. Con il suo sorriso a chiedere scusa di tutto mi si piazza in ala in partenza e non mi molla più. Segue alla perfezione le mie manovre, spara con precisione, mi viene dietro perfettamente in un secco rovesciamento e al richiamo brusco non perde un centimetro.Mi volto verso di lui e lo guardo; siamo vicini, a pochi metri, sorrido e annuisco; mi risponde con un sorriso pieno di gioia ed intuisco che dietro agli occhiali ha magari lagrime di commozione. Torniamo giù e, scesi, lo chiamo poiche' non osava avvicinarsi:" Vai bene ragazzo", e gli do una manata sulla spalla."Grazie Comandante, mi porta subito in azione?" "bè! Vedremo; te ne leverai la voglia di azioni e stai tranquillo che di guerra ce n'è per tutti", gli dico sorridendo. "Adesso vai al campo, sistemati e scrivi alla mamma che starà sicuramente in pensiero per te, capito?"
Continua dopo il lavoro :lac:
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Messaggio da 72sq_Popale »

"Sissignore e grazie per il volo", e se ne va contento, entusiasta, certamente con il cuore pieno di orgoglio.
Il giorno dopo capita l'occasione per vedere come mastica l'acrobazia:
"Hai voglia di fare un paio di capriole da solo? Starò a guardare; non fare fesserie ne' imprudenze altrimenti se non ci rimetti la pelle ti sbatto a terra per un mese. Vai su a duemila metri, fammi un paio di looping, un paio di tonneaux un imperiale, poi due giri di vite a destra e due a sinistra e vieni all'atterraggio in scivolata; te la senti? Sei sicuro di tutte le manovre?" Annuisce sorridendo con un entusiasmo che gli sprizza dagli occhi.
"Guarda", ripeto per essere sicuro che ha capito,"che non tollero fesserie in volo e mettitelo bene in testa fino a che starai con me, va bene?"
Le manovre acrobatiche furono perfette. Quando scese annui e gli dissi: "Va bene così; domani se avremo tempo ti porterò su con me".
Era un pilota nato e con le sue poche ore di volo alla scuola e all'addestramento era riuscito ad assorbire il vero senso del volo, dell'acrobazia e la padronanza assoluta dell'aeroplano in qualsiasi assetto si fosse trovato.
Seppi dopo qualche giorno che gli avevano dato un soprannome, Mammina, e che già i suoi compagni lo chiamavano così e che egli ne sorrideva quasi contento accettando lo scherzo affettuoso.
Poco più di un mese dopo, una pala contorta di elica ed un mucchio di quattro sassacci del deserto segnavano il luogo del suo riposo.
Sulla pala, inciso rozzamente c'erano il nome, il cognome, la data di nascita e di morte, il suo reparto; ma erano parole, cifre; non dicevano niente; avrei voluto inciderci solo due parole: "Addio, Mammina".
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Messaggio da Bracca »

:sob: che storia triste pop
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Messaggio da 72sq_Watch »

Pop ma qualcosa di più allegro Noo??!! :? :?
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Messaggio da 72sq_Popale »

Trattandosi di aviazione italiana nella seconda guerra mondiale anche i momenti più belli sono permeati da tristezza e tragedia.
Adesso sto leggendo "L'Aeronautica Nazionale Repubblicana- La guerra aerea in Italia 1943-1945", non è romanzato ma è altra tristezza....
Dimenticavo, edizionni Ermanno Albertelli, è il secondo libro di questo editore e devo ribadire l'alta qualità del libro acquistato.
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72sq_Popale ha scritto:Vagando per qualche interessantissimo forum (... ora non mi ricordo più quale sia e ne chiedo scusa) ho trovato una recensione di questo libro:

I FALCHI DEL DESERTO di Sergio Flaccomio ed.Longanesi

La frase del libro che l'autore della recensione aveva riportato colpendomi in pieno petto è la seguente:
Pensare che voliamo e combattiamo sempre in pochi, armati peggio, meno veloci e con un apparecchio del tipo più vecchio è ormai diventata un'amara e inutile ribellione; voliamo, combattiamo e crepiamo perchè dobbiamo farlo, perchè portiamo una divisa, perchè abbiamo prestato un giuramento e perchè siamo, tutti, uomini con la U maiuscola e fra i sentimenti degli uomini con la U maiuscola esiste l'onore, il dovere e la dignità che divengono più validi nei momenti impegnativi. Ma, in verità, senza le maiuscole siamo dei poveri nani.
Il libro non è più in commercio, io l'ho trovato usato su ebay.

E' anche pensando a questi uomini che quando entro in un server con degli aerei italiani la mia scelta ricade sempre su di loro, il piacere che mi da il volare con le NOSTRE insegne supera qualsiasi "killed in action" .
l'ho trovato anch'io ma vuole 60 Euri
è giusta come quotazione?
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