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Greyhound:
un valido film di azione  dedicato alla guerra dell’Atlantico.

 

Diretto da Aaron Schneider, questo film  ha avuto   una strana sorte : destinato alla proiezione nelle sale cinematografiche , poi impedita  dalla sopravvenuta pandemia, la sua  distribuzione  è avvenuta  sui canali digitali della AppleTv.

Tuttavia  un film di tal genere, caratterizzato da grande fotografia,  ottimi effetti speciali e grandi scene di battaglia, avrebbe tratto miglior giovamento dalla proiezione in sala rispetto alla visione casalinga.

Greyhound è un film storico dedicato  alla Battaglia Dell’Atlantico,  scontro che oppose le forze alleate alla Kriegsmarine tedesca, le prime  impegnate a difendere i convogli partiti  dagli Usa e diretti ai porti britannici e russi, e la seconda ad intercettarli ed affondarli   nel bel  mezzo dell’oceano.

L’attore Tom Hanks partecipa alla pellicola in veste sia di personaggio principale della storia sia di sceneggiatore,  avendo  riadattato  il romanzo degli anni cinquanta “The Good Shepherd”.
 
E’ la storia di un cacciatorpediniere americano classe Fletcher,  l’USS Keeling ( nominativo radio “Greyhound”, appunto)  e del suo comandante, al quale  in età ormai avanzata viene affidata la prima missione di   comando, consistente nella difesa dagli attacchi  degli uboote,  di  un grosso convoglio di trasporti intenti ad  attraversare l’Atlantico.

Come in Uboot 96, celebre ed insuperato film di Wolfgang Petersen che mostra la battaglia dal punto di vista dei sommergibilisti tedeschi, anche qui viene narrato realisticamente  lo stato di crescente tensione  che provoca la consapevolezza dell’avvicinarsi del nemico, e la difficoltà del comandante nell’interpretare  le poche informazioni disponibili per cercare di anticipare le mosse di un avversario scaltro, esperto ed invisibile, ma molto vicino e pronto a sorprenderlo al primo passo falso.

La narrazione del film è scarna ed avvincente; al momento dell’attacco del “branco di lupi”, gli eventi si susseguono frenetici e serrati e il film è tutto incentrato sull’azione, lasciando quasi nessuno spazio per l’approfondimento psicologico dei personaggi, il che può essere un pregio oppure un difetto a seconda dei punti di vista dello spettatore.

Se lo scopo del film era  però quello di mostrare  lo sforzo e le difficoltà sostenute dagli equipaggi dei cacciatorpediniere di  scorta ai convogli  nell’Atlantico, l’obiettivo è stato raggiunto in pieno, e possono quindi passare in secondo piano alcune scelte narrative criticabili,   come  l’insistenza nel caratterizzare i sommergibilisti tedeschi come degli efferati assassini, che arrivano a minacciare di morte via radio le loro vittime, e l’immancabile scena finale dove si deve pagar dazio alla retorica dei “buoni “ che hanno sconfitto i “cattivi”.

Del resto, così avvenne in realtà, e poichè   hanno vinto la guerra, perchè rinunciare a celebrarsi?

Resta  in ogni caso, un film da vedere.