Le origini
la 72a Squadriglia Caccia, gruppo italiano di volo virtuale che utilizza il simulatore il-2 Sturmovik, porta il nome di un reparto di volo realmente esistito, il quale dopo aver  servito per decenni nei ranghi del Corpo Aeronautico Italiano, nella Regia Aeronautica successivamente,  ed infine nell'Aeronautica Militare Italiana, ha concluso onorevolmente le sue attività nell'anno 2009.

La Prima Guerra Mondiale
La 72a Squadriglia fu costituita come unità da ricognizione nel 1916, epoca in cui le squadriglie da caccia costituivano ancora una minoranza all'interno della forza aerea italiana.
In principio l'unità faceva parte del III° Gruppo ed era dislocata a Brescia, equipaggiata da biplani Aviatik; (produzione su licenza del noto velivolo tedesco Halberstadt). Più tardi gli Aviatik vennero sostituiti con i biplani SAML, che erano sempre una derivazione dei precedenti velivoli tedeschi, di cui conservavano la struttura principale, ma  motorizzati con propulsori FIAT da 200 Hp che gli conferivano migliori prestazioni in velocità e salita in quota.
Come unità da Ricognizione, la 72a Squadriglia venne utilizzata sul territorio del bellunese e nel basso Tirolo, e non si rese protagonista di operazioni di particolare spicco visto il teatro in cui venne impiegata, finchè, nell'Ottobre del 1917, venne rinominata 120a Squadriglia Ricognizione, assieme alle squadriglie 73a e 74a, che divennero a loro volta 121a e 122a.
Durante la grande riorganizzazione delle forze aeree italiane che si verificò a fine 1917, furono effettuati notevoli cambiamenti, sia in relazione all'organizzazione dei reparti che all'introduzione di nuovi materiali di volo.
Stemma 72a Squadriglia nel 1918: il leone alato
(72a Squadriglia Caccia: Stemma 1918, con la coccarda a colori invertiti per distinguerla da quelle francesi ed inglesi).
Tra le tante novità vi fu la fondazione, il 22 Ottobre 1917, della 72a Squadriglia Caccia "Leone Alato", costituita utilizzando i velivoli ed il personale derivante da due sezioni della 75a Squadriglia. Essa ora recava lo stemma del leone di San Marco nero, e venne assegnata al III° Gruppo Aeroplani con base a Castenedolo (BS), con Giuseppe Rigoni quale comandante.
Compito della Squadriglia fu in principio quello di assicurare la difesa delle città lombarde. All'atto della sua costituzione la 72a venne equipaggiata con velivoli Nieuport 11 "Bebè", con motore da 110 HP; a dicembre 1917 invece entrò in servizio il Nieuport 17 "Super Bebè" (che nelle forze aeree Italiane venne utilizzato solo dalla 72a, 73a, 74a, 83a, 85a Squadriglia).
La fondazione della 72a Squadriglia coincise con l'inizio della 12a Battaglia dell'Isonzo, nella quale si verificò lo sfondamento delle linee italiane da parte delle forze austriache e la rotta di Caporetto. Il primo volo di guerra dell'unità venne effettuato infatti il 26 Ottobre, e si trattava di un volo di ricognizione nella zona di Trento. Tuttavia, a causa della ritirata dell'Esercito Italiano sulla linea del Piave, molte squadriglie da caccia e da bombardamento furono costrette ad abbandonare i loro campi di volo e presto saltarono i collegamenti tra i comandi, il che rese difficoltoso il coordinamento tra l'aviazione e l'esercito. Anche la 72a venne a soffrire del clima di confusione generale, e fino a Dicembre riuscì ad effettuare ben pochi voli.
A Dicembre l'unità venne spostata dalle dipendenze dell' XI° Gruppo Aeroplani ed iniziò ad essere equipaggiata con i velivoli Hanriot HD1, ( biplani di progettazione francese, poi costruiti su licenza dalla Macchi di Varese, che costituirono l'ossatura di diverse squadriglie italiane prima dell'adozione dello SPAD VII, e sui quali si cimentarono assi come Silvio Scaroni e Flavio Baracchini).

(Hanriot H D 1 della 72a a Castenedolo.)
Alla fine del 1917, la 72a Squadriglia era al comando del capitano Mario Omizzolo, che aveva alle sue dipendenze i tenenti Sebastiano Bedendo, Giovanni Fasoli, Natale Palli, i sergenti Giovanni Arrigoni, Giovanni Gerardini, Teresio Marcellino, Mario Pereno, Francesco Pomponi, Arrigo Rossi, Attilio Simonetta ed i soldati Gino Baldi ed Ezio Franzi.
Nel gennaio 1918 l'unità era equipaggiata con 11 Hanriot, 5 Nieuport super Bebè e 2 Farman. Nei primi mesi del 1918 furono effettuati numerosi voli di ricognizione e di scorta ai bombardieri, durante i quali spesso venne ingaggiato il nemico con risultati non sempre positivi, soprattutto quando la scorta ai bombardieri veniva effettuata da aliquote di squadriglie diverse, il che creava problemi di comunicazione ed affiatamento.
Nei mesi di Maggio e Giugno, la 72a, basata a a Busiago (PD), fu duramente impegnata in combattimento nelle azioni di massa che vennero guidate dal comandante Pier Ruggero Piccio; in questo periodo disponeva di 18 biplani Hanriot, un Nieuport ed uno Spad, L'unità era composta dal capitano Pietro Marchesini, i tenenti Ottorino Frazzi, Arrigo Archidini, Camillo Sommariva, Giuseppe Rolando, i sergenti Teresio Marcellino, Serafino Monti, Giovanbattista Vercelli, Gerardini, Giordanino, Pomponi, Zanchi, il caporale Giovanni Dematteis ed il soldato Vincenzo Gallo.
A Luglio la squadriglia ritornò a Castenedolo e le venne assegnata una sezione di caccia notturna, successivamente venne trasferita a Quinto (TV), equipaggiata interamente di HD1; qui ebbe modo di partecipare alle fasi conclusive del conflitto, conducendo azioni di guerra durante l'offensiva di Vittorio Veneto.
A guerra conclusa, la 72a Squadriglia aveva effettuato 1358 voli di guerra e sostenuto 61 combattimenti, e per il valore dimostrato ai componenti dell'unità vennero assegnate 7 medaglie d'argento e 6 di bronzo.
Nella 72a prestarono servizio l'asso Sebastiano Bedendo (che abbattè 5 velivoli avversari durante la sua permanenza tra la 72a e la 71a Squadriglia) e Natale Palli M.O.V.M. alla memoria, amico Di Gabriele D'Annunzio e pilota dello SVA sul quale il poeta abruzzese effettuò il celebre Volo su Vienna.

[Bibliografia:
Musizza, De Donà, Rech: "Ali di guerra sulle Dolomiti".
Di Martino: "Guerra aerea".]